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La formazione dura tutta la vita

C’è una cosa che ho imparato curando questo blog dal 2009….ho imparato ad assecondare la mia voglia ed esigenza di scrivere. Un blog è una sorta di isola felice e quando diventa un peso o un obbligo smette di essere un luogo dell’anima e diventa altro. Non a caso ho scelto questa immagine per la copertina di questo post. Ogni tanto fa bene rintanarsi per poi rifiorire!

Bene, oggi ho voglia di scrivere e raccontarvi quanto di interessante ho scoperto in questi ultimi sette mesi. Ho letto molto, moltissimo e ho deciso di dedicare un intero post per raccontarvi cosa ho imparato.

Il processo di apprendimento dura tutta una vita. La capacità delle persone di imparare, disimparare e imparare di nuovo è la qualità che permette alle aziende di stare al passo con i tempi e con il cambiamento.

Visto che credo molto nella contaminazione comincerò a raccontarvi qualcosa di davvero interessante che ho imparato leggendo alcuni libri o articoli.

THE GAME – Alessandro Baricco

Lui è sicuramente uno dei miei scrittori preferiti e l’ultimo libro che ha scritto è stato davvero una fonte di ispirazione. The Game è un bell’esempio di cartografia del presente. Propone infatti una interessante sessione di mappe concettuali che ci aiutano a comprendere l’evoluzione del mondo digitale attraverso una serie di carte geografiche, descrivendo le dinamiche del web, del’e.commerce, dell’intelligenza artificiale. Baricco coglie l’opportunità di completare la sua narrazione con alcune mappe che visualizzano la “storiografia” del mondo digitale riuscendo a dare un’interpretazione unica ed originale di questo mondo. Attraverso questo libro capisci che in qualche modo anche noi possiamo diventare “cartografi del presente”. Gli insegnanti, i consulenti, i giornalisti che sono in grado di disegnare una mappa e di introdurla insieme all’individuazione di nuove bussole per orientare le abitudini e i comportamenti dei loro interlocutori. Secondo Baricco queste nuove figure diventeranno fondamentali nelle aziende del futuro perchè avranno il compito di formare i loro collaboratori. Lo trovo un invito quanto mai stimolante quello dello scrittore: invertire la rotta ed esplorare terre sconosciute!

LA PAROLA MAGICA – Paolo Barzacchiello

Questo libro mi è stato regalato e devo dire che mi ha piacevolmente stupita. Le parole hanno un impatto sul nostro cervello. Ogni parola o sintagma (pezzo di frase) ha un effetto su di noi. Ad esempio de dico: “Ho il morale alle stelle” o “sono giù”, tutti capiscono la medesima cosa. Se evoco il concetto di “casa”, ognuno lo visualizza a modo suo. Oltre che immagini mentali , le parole provocano sensazioni e reazioni. Quindi scegliere quelle giuste è molto importante. I fatti sono fatti, ma sui pensieri possiamo agire. Se al cervello diamo istruzioni di pensare a una cosa positiva, lo farà, mettendo da parte sentimenti negativi. Questo libro in qualche modo cerca di mettere alla portata di tutti i principi della neurolinguistica. L’ho trovato un romanzo molto gradevole in cui un esperto di persuasione linguistica deve aiutare Dio a decidere se estinguere o meno il genere umano. Si trovano tanti consigli per usare al meglio la lingua nella vita personale e nel lavoro. Dimenticavo, un’altra cosa importante che emerge da questa lettura è la capacità di ascolto. Senza un buon ascolto qualsiasi strategia perde efficacia e valore.

STORIE CHE INCANTANO – Andrea Fontana

Oggi più che mai le storie sono il sostentamento dei nostri progetti e la capacità di incantare è fondamentale. In questo libro più che mai comprendiamo come le storie, le buone storie, siano diventate il nutrimento per le nostre anime e i nostri sitemi culturali e cognitivi. Un esempio molto chiaro e lampante di storia che incanta? Pensate alla prima volta in cui da bambini avete visto il mare o la neve. Una storia che incanta deve proprio creare questo tipo di situazione, emozione e momento di vita.

Un tempo bastava avere prodotti di qualità per poterli vendere, oggi i consumatori cercano anche contenuti emotivi, esperienze di vita che creano un legame emotivo e portano a dire “Voglio far parte anche io di questo mondo”. Ma allora qual’è il giusto ritmo di una storia che incanta? Tu, io, adesso. Semplice. Tu: la storia dl tuo pubblico, il momento che stai vivendo, i problemi che stai affrontando. Io: la mia storia, la mia identità, la mia vocazione, i miei servizi. Adesso: i dilemmi del tempo storico che stiamo attraversando. Ogni storia che incanta inizia con un momento di quiete, dove viene descritto il mondo di riferimento del pubblico a cui il brand si rivolge, per poi dirigersi verso una serie di problemi che portano a una caduta. Questo scivolone risveglia e richiede un impeto, ovvero sforzi e sacrifici, lotte per tornare alla strada maestra e ristabilire la quiete. Il cuore e le storie se ci fate caso funzionano allo stesso modo: rilassamento e tensione.

HIT REFRESH – Satya Nadella

La storia di Satya è davvero interessante. Nasce nel 1967 in India. Di umili origini grazie al padre riuscì a studiare e soprattutto a seguire le proprie passioni. Questa storia personale racconta dimostra che i talenti sono ovunque, ma le opportunità no. Sua madre è insegnante, suo padre alto funzionario pubblico. Quando lui ha sei anni, una tragedia si abbatte sulla sua famiglia. Muore la sua sorellina di appena 5 mesi. La madre abbandona il lavoro. Lo stile di entrambi i genitori è molto diverso. Il padre spera che Satya diventi un intellettuale, la madre spera che sia felice. Negli anni a seguire si sono spostati molte volte pur rimanendo sempre in India, questo gli ha consentito di allenare la sua capacità di adattamento. Durante il college il padre gli regala un computer in kit. Questo regalo gli fa pensare che il pc possa diventare uno strumento di democrazia. Se un ragazzino dell’india riusciva a programmare allora potevano farlo tutti. I suoi studi proseguono in America, anche se a suo dire non era uno degli studenti più brillanti della sua università. Satya a 25 anni quando arriva nel campus Microsoft e dopo un’intera giornata di colloqui incontra Richard Tait che gli pone una domanda davvero spiazzante: “Immagina di vedere un neonato per strada. Sta Piangendo. Cosa fai? Chiamo il 911 risponde Satya. Richard gli mette un braccio intorno al collo e mentre lo accompagna fuori dal suo ufficio gli dice: “Ti ci vuole proprio un po’ di empatia. Se vedi un neonato che piange in strada, lo prendi in braccio”. Il lavoro lo ottenne comunque ma quella fu una grande lezione di vita. Nel corso della sua vita Satya ha avuto di sperimentare in prima persona il valore dell’empatia. Nel libro racconta di quando è nato il suo primo figlio Zain. Purtroppo è affetto da una grave paralisi celebrale ma questo non ha impedito a lui e a sua moglie di andare avanti e di sostenersi a vicenda. Per Nadella l’empatia è la chiave per innovare. Secondo lui bisogna uscire, bisogna viaggiare e andare là dove vive la gente e verificare come la tecnologia influenza l’attività quotidiana. L’empatia è come un muscolo, si può allenare. La sua ricetta? Una volta arrivato ai vertici Microsoft si trova a fronteggiare una situazione non facile. L’azienda era immobile, in crisi, incapace di innovare, sempre un passo indietro ad Apple. La sua sfida? Cambiare prima di tutto la cultura aziendale. Come? Ha incontrato i suoi collaboratori, dirigenti e clienti. Ha poi organizzato un hackathon in azienda per creare innovazione e mettere in atto la sua strategia: “Hit refresh” (carica una pagina nuova).

Direi che per oggi può bastare e spero di avervi incuriosito e raccontato storie interessanti. Come recita il titolo di questo articolo: “la formazione dura tutta la vita”.

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