La camicia bianca
La mostra “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré”, organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato e dalla Fondazione Gianfranco Ferré, attualmente in corso a Prato, è indesiderata a Milano. La proposta di portare la mostra nel capoluogo lombardo è stata fatta dall’amministratore delegato della Camera della Moda (CNMI) Jane Reeve e dal presidente onorario Beppe Modenese, ma il consiglio direttivo della stessa CNMI si è pronunciato contro.
il consiglio della Camera della Moda ha considerato non fosse il caso di fare questa mostra “visto che il marchio Ferré non è più italiano, in quanto è stato acquistato dal Paris Group di Dubai, un’azienda attualmente in difficoltà che ha mandato a casa tutti i dipendenti. (fonte: Repubblica). Ferré è stato un grande maestro della moda e dell’arte non solo italiana. Per anni ha disegnato anche per Dior. Il suo genio creativo merita di essere ricordato da tutti, a maggior ragione dalla città di Milano che da tutti è riconosciuta come “Capitale” della moda. La maggior parte dei brand di moda non è più italiana ormai, questo non vuol dire dimenticare i grandi maestri che hanno contribuito a diffondere il vero Made in Italy nel mondo.
LA MOSTRA
L’incipit della mostra è affidato ad un sistema sospeso di teli su cui scorrono macro immagini dei disegni autografi di Ferré, lampi perfetti che delineano la sua visione creativa e che rappresentano la chiave per accedere all’universo insito a ciascun progetto. Macro installazioni fotografiche (simulazioni x-ray), di una selezione dei capi esposti, restituiscono l’impalcatura formale e materica di ciascuna camicia e mettono in evidenza texture e l’anima stessa della camicia. La seconda sala dell’esposizione è il cuore della mostra dove le 27 camicie bianche testimoniano silenziosamente vent’anni di genialità creativa e progettuale. Esposte come fossero sculture le camicie sono bagnate di luce che consente ai volumi di esprimersi pienamente ottenendo un suggestivo effetto plastico. Ai lati della grande sala espositiva, sono presenti disegni tecnici, bozzetti per le uscite in sfilata, scatti di grandi maestri della fotografia, immagini pubblicitarie e redazionali provenienti dall’Archivio dellaFondazione Ferré. Un sistema di macro proiezioni chiude infine la mostra, presentando un affascinante montaggio di sequenze delle sfilate più importanti, dal 1978 al 2007. Le camicie prendono vita. Le modelle muovendosi restituiscono li gusto e la raffinatezza proprie dell’universo poetico di Ferré.