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La Biennale d’Arte di Venezia 2024: esplorando “Stranieri Ovunque”.

Lo scorso fine settimana ho fatto davvero una follia e sono andata a Venezia per vedere la Biennale. Sottolineo che ho fatto una follia perché era in corso il Festival del Cinema e domenica c’era anche la Regata storica! La follia è stata ampiamente ripagata.

La 60ª Esposizione Internazionale d’ArteLa Biennale di Venezia 2024, uno degli eventi più prestigiosi nel mondo dell’arte contemporanea, si svolgerà dal 20 aprile al 24 novembre 2024. Quest’anno, l’evento si concentra su un tema provocatorio e attuale: “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”.

Il Tema: “Stranieri Ovunque”

Il curatore brasiliano Adriano Pedrosa ha scelto questo tema per esplorare concetti di identità, appartenenza e spostamento in un mondo sempre più globalizzato. Il titolo è ispirato a una serie di opere dell’artista concettuale Claire Fontaine, che a sua volta si è ispirata a un collettivo attivista torinese.

Il tema “Stranieri Ovunque” invita artisti e visitatori a riflettere su:

1. L’esperienza di essere stranieri in terre straniere

2. Il sentirsi stranieri nella propria patria

3. La condizione degli artisti stranieri che vivono lontano dai loro paesi d’origine

4. Le opere d’arte che viaggiano attraverso confini internazionali

Focus sugli Artisti del Sud Globale

Pedrosa ha posto un’enfasi particolare sugli artisti provenienti dal Sud Globale, concentrandosi su:

– Artisti indigeni

– Artisti queer

– Artisti che lavorano al di fuori dei principali centri artistici occidentali

Questa scelta curatoriale mira a dare voce e visibilità a prospettive spesso marginalizzate nel mondo dell’arte mainstream.

Struttura della Mostra

La Biennale 2024 si articola in diverse sezioni:

1. Mostra Internazionale: Ospitata nei Giardini e all’Arsenale, presenta opere di artisti selezionati dal curatore.

2. Padiglioni Nazionali: 88 nazioni partecipano con proprie esposizioni, ciascuna interpretando il tema a modo suo.

3. Eventi Collaterali: Mostre e iniziative organizzate da enti e istituzioni internazionali in vari luoghi di Venezia.

Impatto e Rilevanza

Il tema “Stranieri Ovunque” risuona particolarmente nel contesto attuale, caratterizzato da:

– Crisi migratorie globali

– Dibattiti su nazionalismo e globalizzazione

– Questioni di identità culturale e appartenenza

La Biennale si propone come piattaforma per il dialogo interculturale e la riflessione critica su questi temi urgenti.

Ho trovato molto significativa questa edizione della Biennale d’Arte perché ha sfidato le narrative artistiche tradizionali e ha offerto nuove prospettive su questioni globali. Attraverso “Stranieri Ovunque”, l’esposizione invita il pubblico a riconsiderare i concetti di casa, identità e appartenenza in un mondo in rapido cambiamento. Devo dire che ho apprezzato molto i padiglioni e i progetti esposti nei vari padiglioni all’interno dei Giardini dell’Arsenale. Di seguito vi racconto alcuni dei progetti più interessanti.

Se avete la possibilità vi invito ad andare a vederla (magari evitando altri eventi in concomitanza!) e di perdervi letteralmente tra le opere. Quello che mi è piaciuto davvero tanto è che spesso le opere erano accompagnate anche da poesie o testi. Immagini e parole dialogavano. Posso raccontarvi l’artista che più mi ha colpito con le sue opere: Safet Zec, ho anche acquistato due libri per approfondire le sue opere e il suo processo creativo. Scriverò un articolo dedicato.

SAFET ZEC

Safet Zec è nato in Bosnia nel 1943, ultimo di otto figli di un calzolaio che, durante la seconda guerra mondiale, si trasferisce a Sarajevo da Rogatica, un paese a est della Bosnia. Il suo straordinario talento si manifesta sin dall’infanzia; si forma alla Scuola superiore di arti applicate di Sarajevo e all’Accademia di Belgrado è considerato quasi un prodigio. Tuttavia l’isolamento interiore di quegli anni lo porta a distruggere quasi tutti i suoi primi lavori. A Belgrado incontra la moglie artista Ivana, restaura una vecchia casa nel quartiere ottomano dell’antica città di Pocitelj, vicino a Mostar, luogo amato da molti artisti, che mantiene anche quando, nel 1987, torna a vivere a Sarajevo, da pittore ormai affermato anche a livello internazionale. Con lo scoppio della guerra, il mondo in cui Zec è cresciuto, di armoniosa convivenza tra persone di diverse culture e religioni, è sconvolto. Pocitelj viene distrutta e, con essa, tutte le sue opere incisorie. Morte e distruzione a Sarajevo lo costringono a fuggire con la famiglia. Nel 1992 è a Udine dove ricomincia a lavorare grazie all’aiuto generoso dello stampatore Corrado Albicocco, per poi giungere a Venezia nel 1998.

Voglio che la mia arte contribuisca al rafforzamento del tanto necessario rinnovamento morale, che solo può rompere questo insopportabile velo di indifferenza.

Safet Zec

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