Disagio liquido
Qualche notte fa mi sono imbattuta in un documentario molto interessante dedicato ad un personaggio di cui sapevo poco e nulla, se non che è la mente di una delle case di moda più famose al mondo: Karl Lagerfeld. Mi ha molto colpito la sua definizione della parola talento: per lui è DISAGIO LIQUIDO.
Stranamente, inspiegabilmente mi sono trovata a mio agio con questa definizione. Alla fine il talento è un dono che va coltivato, giorno dopo giorno…ma a volte è un disagio…perché non lo governi mai fino in fondo…le idee arrivano e non sai nemmeno tu come. Disagio, perché il talento suscita invidia….quando tu vorresti condividere e scambiare idee. Liquido…forse perché scivola via talmente veloce come il fluire dei pensieri e delle intuizioni. Mi piace Karl, non lo conosco…ma stranamente lo sento vicino. Ho inserito questa foto tra le tante che si possono trovare sulla rete perché ritengo che sia un uomo padrone della propria vita, con le sue fragilità, ma cosciente del proprio talento e della propria arte. Lui non si fa immortalare dalla storia, è lui che la cristallizza nelle sue creazioni. E poi mi ha fatto tenerezza una sua buona abitudine, il suo cuscino di quando era bambino….anche se ormai è usurato dal tempo, quel cuscino lo accompagna sempre.
Lui nel documentario sostiene che è per proteggersi dagli sbalzi di temperatura per evitare i forti crampi (sarà sicuramente per questo) ma a me piace pensare che è anche un piccolo legame con la sua infanzia. Quando mi chiedono da dove ha origine la mia creatività, rispondo senza esitare che risiede nella mia infanzia, quando mia madre non mi riempia di stupidi ed anonimi giocatoli in scatola, ma mi spronava ad inventarli. Il mio mondo è racchiuso nelle pagine di libri fatati che con il tempo non mi hanno mai abbandonata. Sì il talento è Disagio liquido, ma alla fine io cerco di dimenticare il disagio e di prediligere la liquidità. L’acqua come disse qualcuno trova sempre una nuova strada quando incontra un ostacolo.