Disney, il potere delle storie
L’occasione di scrivere questo post arriva dopo la visita alla mostra: “L’arte di raccontare storie senza tempo” allestita presso il Mudec a Milano.
Partiamo dalla mostra….mi è piaciuta ma non mi ha entusiasmata. Sono andata a vederla in compagnia di un’amica e dopo aver ritirato il biglietto (vi consiglio di prenotare, soprattutto il fine settimana) non abbiamo ricevuto audioguide o indicazioni.
Abbiamo pensato che causa Covid ci fossero dei motivi per i quali le audioguide non fossero consegnate all’ingresso, salvo a fine mostra vedere alcuni visitatori con le guide. Purtroppo eravamo a fine mostra e quindi non aveva senso andare a chiedere spiegazioni. Visto il costo del biglietto mi sarei aspettata qualcosa di più da un punto di vista dell’esperienza. Inoltre parliamo della grandenzza dei font dei testi che accompagnano la mostra, capisco le esigenze di spazio ma perché non utilizzano font più grandi??? Alcuni erano davvero piccolissimi.
C’era qualche tavolo interattivo per i bambini e una “Infinity room di cristalli” alla fine del percorso. Naturalmente c’è la possibilità di organizzare visite guidate e con attività per i bambini, ma non era il nostro caso.
Passiamo alla parte interessante della mostra, I visitatori trovano per il 97% materiale inedito: bozzetti, prove colore, brevi sequenze, mai finiti sul grande schermo. Si parte dalla «Golden Age» della cinematografia Disney, dal 1937 — anno di uscita di «Biancaneve» — al 1940, quando nelle sale uscì quel capolavoro di immagini e musica che è «Fantasia», per arrivare a «Pinocchio», «Robin Hood», «Hercules», «La Sirenetta» e all’infinity room di cristalli magici di «Frozen2».
Da questi preziosissimi archivi californiani, nei quali sono conservati 65 milioni di documenti consultabili esclusivamente da registi e disegnatori, per l’occasione sono uscite tavole, bozzetti e pellicole che raccontano al pubblico i dietro le quinte.
Anche in questo caso vi voglio avvertire che gli aneddoti e i dietro le quinte non sono poi così tanti, mi sarei aspettata più approfondimenti. A mio avviso uno degli aspetti più interessanti del procedimento creativo è proprio quello di far intravedere a chi non è del mestiere….come nasce un personaggio, la scintilla e poi la sua evoluzione fino ad arrivare al personaggio finale. Forse sono troppo esigente ma secondo me si poteva approfondire questo aspetto.
Anche lo shop che trovate a fine mostra contiene alcuni articoli interessanti ma averi voluto trovare più locandine o poster (ed erano pochissimi).
La scelta della “Golden Age” non mi dispiace, ma avrei voluto anche qualche riferimento in più rispetto alle storie Disney più attuali. Detto questo vi invito comunque ad anadare alla mostra perché è un po’ come tornare bambini, poter vedere i bozzetti originali ed è emozionante.
Soprattutto in un periodo come questo, post pandemia (anche se post è un parolone) le storie sono diventate centrali, perché ispirano le persone, guidano le scelte di business, scardinano i modelli di relazione tra brand e consumatori, arrivano addirittura a ridisegnare aziende. Le storie emozionano, coinvolgono e ci rendono migliori.
Dopo aver visto la mostra mi è venuta in mente una domanda. Quanto vale oggi lo storytelling per le imprese?
Tanto, tantissimo mi viene da rispondere. Molto spesso le storie sono un capitale non valorizzato. Oggi secondo me c’è la necessità con le storie di andare oltre i prodotti e i servizi.
Secondo il futurologo danese Rolf Jensen, nel prossimo futuro assisteremo allo sviluppo di una fase costituita dalla “Società del sogno“. Vivremo in una cultura del consumo che racconterà storie attraverso i prodotti che acquistiamo. In un mondo iper connesso e fragile al tempo stesso vincono le storie autentiche e ad alto tasso di coinvolgimento. Storie che surfano sulle varie piattaforme, oltre la classica pubblicità. Storie che raccontano valori, persone e comunità.
Come dice Simon Sinek: “La gente non compra ciò che fai, ma il perché lo fai”.
Vi suggerisco un libro di tre anni fa, ma secondo me sempre attuale e perfetto per approfondire le tematiche di cui vi ho parlato: 21 lezioni sul XXI secolo di Noah Harari.