Va in scena il Brasile
Ieri all’Arena Corinthians è andata in scena la cerimonia inaugurale dei Mondiali 2014 di Rio. Fiori, samba, capoeira e calcio, questi i temi dell’evento. Tamburi, piante tropicali, indios in piroga e balli sfrenati: più di 600 performers per raccontare questo paese ma soprattutto per rendere omaggio a lei, a bola, l’enorme display di forma rotonda che svetta al centro del campo.
E’ l’Amazzonia a dare il benvenuto alle migliaia di tifosi e a tutto il mondo. La natura selvaggia con l’oceano, i fiumi e la foresta amazzonica.
Poi, il miscuglio di popoli e i balli tradizionali, il samba e la capoeira.
E, infine, la vera arte di questo Paese: il calcio. Lo show è durato poco più di 25 minuti ma spettacolare. L’organizzazione fa sapere che per ogni minuto di show ci sono volute 20 ore di prove e per le coreografie sono stati arruolati 600 professionisti tra ballerini, ginnasti e artisti.
Bellissimi i costumi, ballerini che diventano alberi, fiori e personaggi chiave della cultura brasiliana.
Poi entra la bandiera del Brasile, accompagnata da un boato dei 60.000 tifosi, perché si trasformi nel Brazuca, il pallone dei sogni che deve portare alla conquista della sesta stella.
Dal suo interno spunta la popstar brasiliana Claudia Leitte che intona un “Brasil, Brasil” che scalda il pubblico prima di lanciare, con Jennifer Lopez, raggiante nel suo “mini” abito verde, e il rapper Pitbull in maglia gialla, “We are one (Ole ola)”. Peccato che all’inizio la musica non si sentisse!
C’era un grande assente alla cerimonia: il discorso di benvenuto del Presidente Dilma Rousseff e di Joseph Blatter. L’organizzazione ha preferito non farlo per paura delle contestazioni che avrebbero rovinato la festa.
Questa era la cronaca di quello che ho visto ma da addetta ai lavori non mi è piaciuta la regia dell’evento (quella televisiva intendo). Si sono bruciati alcuni momenti molto belli come il calcio di inizio del paraplegico (sostenuto da un esoscheletro iper tecnologico) che dava il via al Mondiale.
Troppi elementi da condensare in soli 25 minuti di spettacolo, Alberto Rimedio, il commentatore della cerimonia che ha parlato per tutto lo spettacolo non mi è piaciuto. Sicuramente c’è bisogno di spiegare allo spettatore, ma a volte le immagini parlano da sole e bisogna lasciare spazio alle emozioni. Comunque la si pensi dietro queste produzioni c’è il lavoro di anni e bisogna anche tenere in considerazione la situazione socio-politica del paese che non ha di certo aiutato. Fare questo lavoro vuol dire anche anticipare e risolvere i problemi perchè lo spettacolo non si può fermare e quando sei on air, sei on air e hai gli occhi del mondo puntati addosso.