Come nasce un’idea?
Vi capita mai di chiedervi da dove arrivino le idee….esiste un procedimento, un metodo infallibile? Perchè alcune persone hanno sempre idee geniali e altre no? La risposta che mi sento di dare è INCONTRI.
Le idee sono il frutto degli incontri che una persona fa nell’arco della sua vita. Il primo incontro sicuramente avviene appena nati con i propri genitori. In questo sicuramente il destino ci mette lo zampino, ma poi spetta tutto a noi. Anche l’ambiente è un elemento importante nel procedimento creativo. Sin da piccola ho avuto la fortuna di avere una mamma che mi spronava ad inventarli i giochi. Mi diceva sempre:
Francesca, perché dover rispettare delle regole imposte da altri, perchè essere costretti a giocare in un solo mondo, quando tu ne puoi creare milioni, uno diverso dall’altro?
E poi mio padre che per circa 40 anni ha lavorato presso una grande casa editrice…ho sempre avuto a disposizione lo scibile umano fin da quando era alta come un barattolo. Decine e decine di riviste da sfogliare e leggere tutte le settimane che trattavano milioni di argomenti…cucina, attualità, viaggi, tendenze….musica, cinema. Un mondo fatto di informazioni, colori che io potevo utilizzare a mio piacimento. Crescendo quel bagaglio ha subito un processo di naturale “fermentazione” e quindi ora per me è come avere a disposizione una riserva di “vini pregiati” inestimabili, infatti il valore non è dato dall’involucro ma dal contenuto! Ma torniamo agli incontri…la mia vita è fatta soprattutto di incontri.
La mia maestra delle elementari che teneva moltissimo alla calligrafia, diceva che scrive in modo elegante e chiaro era espressione di personalità e di equilibrio interiore. Adoravo il suo stile e il suo abbigliamento, mai volgare…curato e soprattutto femminile. Ricordo ancora le sue bellissime camicette di seta…quei colori pastello che le valorizzavano un incarnato perfetto e i suoi occhi sempre truccati con filo di matita color glicine. Mi diceva sempre:
Francesca, se una persona ha qualcosa di bello deve valorizzarla, mai coprirla o mortificarla.
Si riferiva all’utilizzo del trucco. Poco ma sapientemente utilizzato, questa era la sua ricetta. E poi le parole. Lei sicuramente mi ha insegnato il valore delle parole. Utilizzava sempre dei vocaboli che pronunciati da lei sembravano musica. E poi arriva l’Incontro, quello con la I maiuscola. Ricordo che ero a lezione allo Ied, io ho seguito un corso per Organizzatore di eventi e ho conosciuto un insegnante che si è presentato in maniera davvero semplice, ma aveva in serbo la sorpresa che mi ha cambiato la vita. Ha cominciato a parlare di mappe, mappe mentali. ne avevo sentito parlare…ma non mi ero mai soffermata sull’argomento. Una volta finita la lezione mi ha spiegato che il mio procedimento mentale poteva essere riportato su un foglio e così avrei visto la mia prima mappa. Così è stato. Questo “metodo” con il tempo l’ho raffinato, ma non è una regola…a volte capita che io crei con l’aiuto di una mappa…a volte parto da un’immagine, da un profumo, dalla scena di un film. Ma alla base, inconsciamente c’è sempre una mappa. La mappa non è altro che il nostro cervello spalmato su di un foglio e l’immagine del gelato sull’asfalto è quello che più rappresenta l’idea di mappa. Credetemi è affascinante vedere i collegamenti a volte folli che il cervello fa per produrre idee.
Dimenticavo, da quel giorno il mio soprannome è Mappy!