Ennio, l’uomo dei suoni delle stelle
Il Maestro Morricone sembrava davvero capace di afferrare il suono delle stelle, lui lo vedeva e lo sentiva quel suono. Era capace di intercettarlo tra miliardi di stelle.
“L’uomo delle stelle” è il titolo di uno dei bellissimi film del regista Giuseppe Tornatore e pare calzare a pennello per parlare di Ennio Morricone.
Questo post lo scrivo dopo aver visto il film che Giuseppe Tornatore ha dedicato al Maestro. Un ritratto potente, vivo e sentito di Ennio Morricone. Diretto dall’amico e collaboratore artistico di una vita, Giuseppe Tornatore. Ripercorre infanzia, adolescenza, vita adulta, studi in conservatorio. E partiture memorabili di uno dei più grandi compositori del Novecento.
Partiamo dal contrappunto. Dal latino medievale ponĕre punctum contra punctum, porre nota contro nota. In una composizione musicale è la tecnica che regola il coordinamento di diverse parti autonome cioè non rispondenti a un criterio gerarchico di subordinazione a una voce principale. Tenetelo bene a mente questo concetto perché la vita personale e professionale di Ennio Morricone è intrisa di “contrappunti”.
Ennio non ha deciso il suo destino, è il padre (bravissimo trombettista) che lo iscrive al conservatorio per studiare la tromba. Lo dice lui stesso durante il dialogo con Tornatore.
Il padre abile trombettista viveva di quello. Non cerano altre possibilità, per vivere e mantenere la famiglia aveva scelto la musica. Questo fu uno dei primi grandi insegnamenti per Ennio bambino. Se vuoi fare qualcosa devi farlo davvero.
Il periodo del conservatorio fu costellato di dubbi, difficoltà, sacrifici ma mise sulla strada del Maestro grandi mentori. Mentori per i quali lui ha sempre avuto un rispetto infinito, anche dopo aver finito il conservatorio.
L’insegnante di Armonia complementare Roberto Caggiano intuisce le precoci doti del giovane Ennio e gli suggerisce lo studio della composizione, che inizierà nel 1944.
I primi lavori, le prime collaborazioni con la Rai, RCA e i primi arrangiamenti….ed Ennio si fa notare. Lui setsso dice nel film che….
I mattoni per fare le case sono tutti uguali, ma le case non sono tutte le stesse una volta finite.
Ennio Morricone
Era così, la sua capacità di costruire armonie e voli pindarici di note era unica. Tutti lo vedevano, anche coloro che lo criticavano sempre. Grande sperimentatore delle sonorità al limite non ha mai avuto parura di esplorare il mondo interiore e forse anche il suo abisso più nascosto.
Solo nel 1955 Ennio Morricone imbocca quella che riconoscerà come la sua vera strada, iniziando ad arrangiare musiche per il cinema.
La sua mente era di tipo matematico, abile giocatore di scacchi ha sempre applicato le regole del gioco anche nella vita. L’avversario devi sempre studiarlo, soprattutto prima di portarlo sul tuo terreno di gioco.
E poi il cinema, i primi esperimenti, il grande sodalizio con il Regista Sergio Leone e le collaborazioni internazionali. Rispetto profondo per il lavoro altrui e in particolar modo per quello del regista. Lui deve occuparsi di tutto, della scenografia, degli attori, della produzione….ma non della musica. Di quello doveva occuparsene solo lui. Perché lui sapeva dove si trovava il suono magico delle stelle.
Il rapporto con sua moglie Maria merita una menzione speciale. Si sono amati davvero, si sono presi cura l’uno dell’altro e Maria ha sempre vegliato sul talento di Ennio, disegnando quasi un perimetro immaginario ma ben visibile all’esterno. C’è una foto nel film in cui i due si guardano negli occhi. Spero un giorno di trovare anche io un uomo che mi guardi come lui guarda la moglie in quella foto. Dice tutto. Rispetto, amore, complicità, stima.
Ennio cercava di non dare troppa importanza ai premi anche se ne ha collezionati molti nella sua carriera. L’Oscar poi….arrivato a distanza di anni e anni di lavoro e capolavori. Ennio Morricone è immortale e non c’è premio che possa stabilire chi lui sia e cosa ha fatto per la musica. Lui ha unito la prosa e la poesia. Molti professionisti continuano oggi giorno ad ispirarsi a lui e al suo stile.
C’è una frase che secondo me vale tutto il film…la pronuncia verso la fine.
La musica va pensata prima che scritta. Davanti il compositore ha una pagina bianca. Cosa ci mettiamo sopra? Così c’è un pensiero che si deve sviluppare, che deve andare avanti…alla ricerca di cosa…..cosa, non lo sappiamo.
Ennio Morricone
La creatività per me è esattamente quel “cosa”, che ti spinge sempre oltre. Verso le stelle se è necessario.
Guardatelo, è commovente e ti tocca dentro.