LA MAGA DI OZ
Ha catturato fin da subito la mia attenzione questa giovane creativa. Parlo di Olimpia Zagnoli. Un paio di occhiali tondi, una maglietta stilizzata a righe e uno sguard o sbarazzino. Bastano pochi tratti per raccontare Olimpia. La sua vita trasuda creatività sin dalla nascita, infatti suo padre è un fotografo mentre la madre è una pittrice. Lei firma sempre i sui lavori con la sigla OZ e ama spostarsi con sua bicicletta rossa per le vie di Milano. Questa giovane donna si divide tra l’Italia e gli Stati Uniti e vanta un portfolio creativo impressionante e collaborazioni illustri: The New York Times, The New Yorker, La Repubblica, Rolling Stone, Adidas Originals e tanti altri. Il suo stile è caratterizzato da forme morbide e colori camaleontici, non passa inosservato il suo stile personale ed espressivo. Io e Olimpia abbiamo in comune, infatti anche lei ha frequentato l’istituto Europeo di Design e nel 2006 ha deciso di trasferirsi a New York per cercare l’ispirazione e pare averla trovata. Attraverso le collaborazioni oltre oceano Olimpia ha imparato a credere nel suo lavoro soprattutto perchè ha incontrato la parola rispetto che per un designer è molto importante. Le sue illustrazioni hanno il merito di parlare un linguaggio contemporaneo. Trae ispirazione soprattutto dagli Anno ’50 e ’60 da artisti come Bruno Munari, Gianni Rodari, da Sergio Tofano e da molti altri. Olimpia si sente cittadina del mondo e coltiva la sua passione in ogni modo e ama le collaborazioni. Ultimamente ha contribuito alla realizzazione del video musicale. Oz non smette di sognare, infatti un giorno le piacerebbe decorare una delle stazioni delle metropolitana di New York.